Campionato Open Calcio a 7 – Girone D – 3a giornata ritorno
VICTOR ARGENTERIA EUROPA - F.C.BRACCHIO = 2 - 1
Santino, 08 Marzo 2014, h.15,00
Il cielo sopra Santino è vietato. I sogni e le
aspettative dei rossoverdi bracchiesi si infrangono definitivamente, a mio
giudizio, nel pomeriggio primaverile ai piedi della Valgrande. Si parla di area
non sorvolabile ma il divieto è effimero, il velivolo bracchiese guidato da
mister Stoto non corre mai il rischio di decollare, e quando lo fa si schianta
al suolo subito, come quei goffi tentativi di volo che facevano improbabili
elivelivoli sul finire dell’800. Le sconfitte ci stanno tutte, non sarò certo
io a mettere in discussione, tecnica, modi giocare, sostituzioni, eccetera
eccetera, l’approccio deve essere comunque quello di un gruppo che si muove per
disputare partite e che porta in giro degnamente il nome del nostro paese e
fino a qui la sconfitta di misura ci sta. Non ci sta negli scazzi, che ancora
abbiamo visto, e che fanno del Bracchio di oggi una squadra spezzata, timorosa
e incapace di avere un approccio sereno ad ogni partita. Ora che l’obbiettivo
minimo (il quarto posto) è definitivamente sfumato la speranza di vedere “una
squadra” nelle prossime e non poche partite, degna di essere considerata tale,
rimane l’unica ambizione, anche programmatica in vista del prossimo campionato,
a cui mister, giocatori e tifosi, possano ambire. Due squadre comunque che si
equivalgono, quelle viste sabato, il primo tempo finisce a reti bianche con una
bella parata di Berghi e un paio di belle occasioni sprecate dagli ospiti. Il
Bracchio gioca bene in difesa e cerca varchi quando i padroni di casa premono
maggiormente. Dopo pochi minuti della ripresa però in maniera diversa da quanto
detto, Poletti, su corner di Yan (al rientro per i noti problemi di pubalgia)
infila con una zuccata non facile il portiere avversario. Sembrerebbe una
specie di svolta ma dopo pochi minuti, viene il pareggio, figlio della paura
che dicevamo, della poca abitudine a comandare le partite, dell’assenza di
polso che ti viene quando sei consapevole che sei forte. In pratica una
carambola che favorisce il 22 avversario che probabilmente devia pure di
braccio, dalla tribuna stampa mi è impossibile vedere, ma ha fatto specie il
disimpegno da qualsiasi discussione del giocatore protagonista, che è sembrato
volersi allontanare velocemente dal luogo del probabile delitto. Sappiate inoltre
che il raddoppio avversario nasce da una situazione simile pochi minuti dopo.
Il Bracchio però ha la forza di reagire e a malincuore annotiamo la traversa di
Luchino Ellena, lo slalom meraviglioso di Scaramella che poi spreca tirando sul
portiere e non servendo lo stesso Luca appostato lì vicino, il colpo di testa a
tempo scaduto sempre di Scara che però aveva la forza di un budino molle.
Insomma, mi ripeto, di perdere ci sta e la prestazione nel complesso non è
stata del tutto negativa, dispiace vedere nervosismo e poca sicurezza, dispiace
annotare l’ennesima espulsione di Scaramella a tempo scaduto, quante saranno
dalla prima della serie a Strona nel famoso match con il Forno? Sette, nove o
più? Qualcuno gli chieda ragione. Io non vedo congiure di palazzo contro il
Becco io vedo una squadra che si sente debole, protesta e parla sempre. Come se
il bandolo della matassa e del proprio destino fosse nella mani di un arbitro e
non nelle proprie. Io sapevo il contrario. Chiudo con l’immagine del giorno che
nessun i-Phone è riuscito a catturare, a pochi minuti dall’inizio del match,
nella brughiera ingiallita alle pendici della valle, a molti metri dalla
panchina e fuori dalle recinzione del campo, un uomo e la sua tenuta rossoverde
con il 10 sulle spalle è assorto con mano sul fianco nel guardare un gregge di
pecore dalla lana grigiastra. Il contrasto fra colori è meraviglioso ma la
domanda è: a che cosa stava pensando?
Kurt
Logan
brano tratto da “La gazzetta di Boscopiano” del 10-03-2014
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