28 febbraio 2014

LA PROMESSA


 
Campionato Open Calcio a 7 – Girone D – 1 a giornata ritorno
F.C.BRACCHIO – RUMIANCA = 2 - 4
Bracchio, 22 Febbraio 2014 h.15,00
“Quand’ero piccolo mi innamoravo di tutto e correvo dietro ai cani”. E’ l’inizio di “Coda di lupo” una canzone di Fabrizio De Andrè dall’album “Rimini” del 1978. Quand’ero piccolo il calcio fu la prima cosa di cui mi innamorai, dopo la mamma. Un amore immenso, nonostante la scarsità dei mezzi a mia disposizione, i piedi, e la lentezza ad apprendere le basilari nozioni tecniche e tattiche del gioco. Ma l’amore era tanto e genuino che l’approccio giovanilistico a pensarci ora, era beatamente ignorante e allegramente spensierato. A tal punto che fino all’inizio degli anni ‘90 non mi ero mai preoccupato di pensarmi in un ruolo specifico. Terzino, centrocampista, attaccante ? Andava bene tutto a seconda dell’umore di giornata. Scarsi i risultati, per ovvie ragioni, direi, ma i danni erano limitati perché il calcio a 11 della Federazione mi rigettò presto come un corpo estraneo, mentre l’incontro con il calcio del CSI a Feriolo terza fascia calcio a 7 stagione 1985/86 fu folgorante, e poco impegnativo perché la testa era libera di vagare e di immaginare un calcio talmente leggero che adesso lo immagino vicino alla purezza. Lì prendevano tutti (non a Feriolo intendo ma nel CSI in generale) e la mia scarsezza, anche quella di uno che al ruolo non ci aveva mai pensato, era assolutamente spalmata in maniera democratica, fra gente giovane, giustamente scartata dal calcio ufficiale, che aveva in mente solo una cosa: giocare. Da allora la mia prima principale preoccupazione, non fu l’avversario, la classifica, il risultato, ma quanti siamo ? Ci siamo in sette ? Avere il portiere mutilato o il centravanti egoista, il terzino ciecato vagamente somigliante a Sandy Marton (l’ho avuto giuro), non era una preoccupazione, l’importante era giocare e al campo ci sono sempre andato con la testa serena. Il valore dei miei compagni non era fondamentale, non ho mai pensato oggi perdiamo perché quello è scarso, perché il centrale fa acqua, perché non corriamo, e perché loro sono più forti di noi. Questa era proprio una cosa che io non mi immaginavo nemmeno di pensare. E questa è invece una cosa che sfiducia molti giocatori del Bracchio quando li vedi giocare di questi tempi. La vittoria del Rumianca a Bracchio benché ineccepibile lascia l’amaro in bocca, a tutti. Davvero c’è stato tanto divario ? Davvero questi becchi scornati per propria volontà non avrebbero potuto prendere punti alla capolista ? Prima i ragazzi se ne renderanno conto e prima una risalita che ora pare impossibile sarà fattibile. Questa è la mia visione da esterno, io non penso a chi non c’è più, io faccio i conti con quello che c’è adesso, e siccome quello che vedo è scazzo, dico no !! Dico che se questa storia meravigliosa è iniziata dal niente e ha raggiunto la gloria che nessuno s’immaginava, merita da parte di chi la vorrà chiudere il massimo rispetto fino alla fine. La promessa non dichiarata ma vista negli occhi dei ragazzi, di essere fratelli in rossoverde merita fino all’ultima partita di essere mantenuta. E’ un gruppo troppo speciale. Lo è sempre stato. Adesso come adesso vedendo gli sfiduciati ragazzi bracchiesi capisco ancora di più quell’americano che cantava “…e quando la promessa fu spezzata morirono anche un po’ dei miei sogni / Thunder Road c’è qualcosa che sta morendo sull’autostrada stanotte / Thunder Road io e Billy lo dicevamo sempre che saremmo arrivati ad avere tutto e poi avremmo gettato tutto via”. Chiudo con pura poesia rock. Saluti e forza Bracchio
Kurt Logan
brano tratto da “La gazzetta di Boscopiano” del 24-02-2014

Nessun commento:

Posta un commento