
Campionato Open Calcio a
7 – Girone D – 1 a giornata ritorno
F.C.BRACCHIO – RUMIANCA
= 2 - 4
Bracchio, 22 Febbraio 2014
h.15,00
“Quand’ero piccolo mi innamoravo di tutto e correvo dietro ai
cani”. E’ l’inizio di “Coda di lupo” una canzone di
Fabrizio De Andrè dall’album “Rimini” del 1978. Quand’ero
piccolo il calcio fu la prima cosa di cui mi innamorai, dopo la
mamma. Un amore immenso, nonostante la scarsità dei mezzi a mia
disposizione, i piedi, e la lentezza ad apprendere le basilari
nozioni tecniche e tattiche del gioco. Ma l’amore era tanto e
genuino che l’approccio giovanilistico a pensarci ora, era
beatamente ignorante e allegramente spensierato. A tal punto che fino
all’inizio degli anni ‘90 non mi ero mai preoccupato di pensarmi
in un ruolo specifico. Terzino, centrocampista, attaccante ? Andava
bene tutto a seconda dell’umore di giornata. Scarsi i risultati,
per ovvie ragioni, direi, ma i danni erano limitati perché il calcio
a 11 della Federazione mi rigettò presto come un corpo estraneo,
mentre l’incontro con il calcio del CSI a Feriolo terza fascia
calcio a 7 stagione 1985/86 fu folgorante, e poco impegnativo perché
la testa era libera di vagare e di immaginare un calcio talmente
leggero che adesso lo immagino vicino alla purezza. Lì prendevano
tutti (non a Feriolo intendo ma nel CSI in generale) e la mia
scarsezza, anche quella di uno che al ruolo non ci aveva mai pensato,
era assolutamente spalmata in maniera democratica, fra gente giovane,
giustamente scartata dal calcio ufficiale, che aveva in mente solo
una cosa: giocare. Da allora la mia prima principale preoccupazione,
non fu l’avversario, la classifica, il risultato, ma quanti siamo ?
Ci siamo in sette ? Avere il portiere mutilato o il centravanti
egoista, il terzino ciecato vagamente somigliante a Sandy Marton
(l’ho avuto giuro), non era una preoccupazione, l’importante era
giocare e al campo ci sono sempre andato con la testa serena. Il
valore dei miei compagni non era fondamentale, non ho mai pensato
oggi perdiamo perché quello è scarso, perché il centrale fa acqua,
perché non corriamo, e perché loro sono più forti di noi. Questa
era proprio una cosa che io non mi immaginavo nemmeno di pensare. E
questa è invece una cosa che sfiducia molti giocatori del Bracchio
quando li vedi giocare di questi tempi. La vittoria del Rumianca a
Bracchio benché ineccepibile lascia l’amaro in bocca, a tutti.
Davvero c’è stato tanto divario ? Davvero questi becchi scornati
per propria volontà non avrebbero potuto prendere punti alla
capolista ? Prima i ragazzi se ne renderanno conto e prima una
risalita che ora pare impossibile sarà fattibile. Questa è la mia
visione da esterno, io non penso a chi non c’è più, io faccio i
conti con quello che c’è adesso, e siccome quello che vedo è
scazzo, dico no !! Dico che se questa storia meravigliosa è iniziata
dal niente e ha raggiunto la gloria che nessuno s’immaginava,
merita da parte di chi la vorrà chiudere il massimo rispetto fino
alla fine. La promessa non dichiarata ma vista negli occhi dei
ragazzi, di essere fratelli in rossoverde merita fino all’ultima
partita di essere mantenuta. E’ un gruppo troppo speciale. Lo è
sempre stato. Adesso come adesso vedendo gli sfiduciati ragazzi
bracchiesi capisco ancora di più quell’americano che cantava “…e
quando la promessa fu spezzata morirono anche un po’ dei miei sogni
/ Thunder Road c’è qualcosa che sta morendo sull’autostrada
stanotte / Thunder Road io e Billy lo dicevamo sempre che saremmo
arrivati ad avere tutto e poi avremmo gettato tutto via”. Chiudo
con pura poesia rock. Saluti e forza Bracchio
Kurt Logan
brano tratto da “La
gazzetta di Boscopiano” del 24-02-2014
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